L’arte pavimentale ha una lunga storia; la mia personale concezione di questo tipo di opere parte dal cambiamento del modo di fruizione rispetto a quelle verticali; l’opera non incombe sull’osservatore, al contrario è questi a sovrastarla e ne condivide lo spazio. Non esiste più una direzione di osservazione privilegiata e il disegno generale perde di importanza comunicativa cedendola ai dettagli; il soggetto diventa lo “sfondo” della vita reale creando prospettive, percorsi, pause che non esistono nell’architettura e che, nell’interazione materiale, nel movimento, mutano di forma, direzione e colore. Pur nella sua immutabilità l’opera diviene interattiva e invita ad essere esplorata, scoperta. L’intervento può essere quindi esteso alle superfici verticali circostanti creando un effetto immersivo, così come la customizzazione degli elementi di arredo completa il design dello spazio ed incrementa l’interazione.